La festa di Halloween ormai da molti anni è diventata parte delle nostre nuove tradizioni.
Ereditata dai paesi anglosassoni, è arrivata a noi soprattutto attraverso la cultura americana.
Ma l’origine di questa festa, irlandese di nascita, appartiene alle antichissime tradizioni celtiche della festa di Samhain (tutte le anime), che si celebrava proprio la notte del 31 ottobre: la notte durava più del giorno, e per questo gli spiriti dell’aldilà potevano tornare sulla terra.
In ogni popolo però c’è quella voglia di esorcizzare tematiche cupe come la morte o l’aldilà, ed anche in Sicilia nei secoli si è consolidata una tradizione: la festa dei morti.
LA FESTA SI AVVICINA
La notte dell’1 novembre è quella dell’attesa, dei desideri, dello sforzo di ogni bambino di resistere alla curiosità e con pazienza aspettare la mattina del 2 novembre.
I morti anticamente venivano pregati di portare regali recitando un’antica filastrocca:
Armi santi, armi santi
Iu sugnu unu e vuatri sisti tanti
Mentri sugnu ‘ntra stu’ munnu di guai
Cosi di morti mittiminni assai
La tavola veniva lasciata apparecchiata e poi tutti a letto, dopo aver sistemato un cestino sotto il letto che la mattina dopo ogni bambino avrebbe trovato pieno di dolci e regali.
UN PIENO DI DOLCEZZA
Il giorno 2 novembre è tutto un menù dolcissimo: tantissimi i tipi di dolci e biscotti preparati in tutta la Sicilia per l’occasione!
I più famosi sono senza dubbio i pupi di zucchero, vere e proprie statuette di diverse dimensioni, realizzate solo con zucchero e poi colorate, che raffigurano i personaggi dei Paladini di Francia (oggi non solo), protagonisti assoluti anche del teatro dei Pupi siciliani. Gli artigiani addetti alla loro realizzazione venivano chiamati gissari, perché gli stampi con cui venivano realizzati i pupi erano appunto di gesso o terracotta.
Ancora oggi lo zucchero fuso, mischiato al concentrato di limone, utile a renderlo bianchissimo, viene fatto colare negli stampi, fatto raffreddare e poi decorato con coloranti alimentari brillanti e luccicanti.
Tutt’oggi i pupi di zucchero si possono trovare in bancarelle e pasticcerie, proprio nel periodo dei morti.
Come non gustare poi, anche con gli occhi, la frutta di martorana!
Questa prelibatezza prende il nome dalla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (detta della Martorana) di Palermo. Le suore avevano creato uno splendido giardino ricco di alberi da frutto. Durante un inverno il Vescovo decise di andare a far visita a queste suore operose, ma gli alberi, a causa della stagione, erano spogli. Ecco allora creata la frutta di Martorana: prelibati dolci a forma di frutti o più raramente di pesce e altro cibo, con farina di mandorle e zucchero, realizzati con un impasto simile al marzapane, identici a frutti veri perché decorati con abilità e precisione.
NON È FINITA QUI!
Nella tavola siciliana per i morti arrivano tantissime altre prelibatezze, chiamate diversamente a seconda della provincia in cui sono più diffuse.
In questo periodo infatti possiamo gustare le ossa dei morti, biscotti aromatizzati alla cannella e chiodi di garofano
con glassa di zucchero, i rami di meli, a base appunto di miele, le rame di Napoli, al cioccolato, i tatù bianchi o neri a seconda del colore e del gusto della glassa e i mustazzoli, preparati con il vino cotto.
Oggi forse questa tradizione si è un po’ persa, anche se la cucina e in questo caso la pasticceria, cercano di non far dimenticare il sapore dolcissimo di tradizioni antiche, che possiamo riscoprire con un semplice assaggio.